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Pubblicato da sarda sopra 7 Giugno 2019
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Collinas un’oasi di pace e tranquillità dove l’antico e il contemporaneo convivono.

Collinas è un borgo che incanta: un’oasi di pace, tranquillità dove l’antico e il contemporaneo convivono in armonia.

Al confine tra la pianura del Campidano e la fiorente vallata dell’interno, Collinas è stato per secoli un punto di passaggio per chi dalla costa si inoltrava verso l’interno della Sardegna, passando attraverso la Marmilla.

La storia di Collinas

Il nome del paese fu assegnato nel 1863 su iniziativa di Giovanni Battista Tuveri.

Paese ridente dalle radici millenarie, Collinas (antica Forru) si apre allo sguardo del viaggiatore immerso nelle sue verdi colline, tra lussureggianti vallate, macchie di vegetazione mediterranea, nuraghi, campi dorati di grano, vigneti ed antichi uliveti.

E’ nei suoi panorami, nei suoi monumenti e nelle sue fontane che si racconta la sua storia: dalle leggende popolari intriganti, ai grandi episodi e personaggi, che resero il paese noto in tutto il territorio sardo, al sorriso e all’accoglienza degli abitanti, che partecipano della sua vita, rivivendo la tradizione nelle sue feste antiche e creando nuovi momenti culturali.

La ricca tradizione culinaria di Collinas offre piatti e prodotti gustosi: da quelli più raffinati ed elaborati dei giorni di Festa, a quelli più umili della quotidianità contadina.

I prodotti e le ricette risalgono al medioevo, con influenze romane, arabe e spagnole, e sono il frutto della cultura e della storia agro-pastorale della popolazione di Collinas.

Il complesso nuraghico di Collinas

Abitato sin dai tempi antichi il territorio di Collinas ospita alcuni siti archeologici: i resti del nuraghe sul Monte Concali, il complesso nuragico di Genn’e Maria e la tomba dei giganti di Sedda sa Caudeba.

Il complesso sulla sommità della collina di Genn’e Maria si compone di un bastione trilobato che racchiude la torre originaria e un pozzo parzialmente scavato nella roccia viva e un villaggio all’interno e all’esterno dell’antemurale.

La torre originaria (forse Bronzo medio – XV sec. a.C.) ospita una semplice camera.

Le abitazioni all’interno del complesso sono evolute e di alta qualità, e talvolta decorate con eleganti motivi geometrici.

A seguito degli scavi sono emersi reperti come: vasi piriformi, fiasche, brocchette, sassole, portabrace, pintadere, coppe di cottura, macine, oggetti che testimoniano l’operosità di questa antica comunità agricola.

Il sito Sa sedda de sa Caudeba (3 km. da Collinas), frequentato in diversi periodi ed abbandonato a causa delle incursioni saracene, ospita testimonianze che vanno dal periodo nuragico al periodo romano.

Di particolare interesse è l’area funeraria che comprende due tombe dei giganti, dislocate a pochi metri l’una dall’altra, una di tipo dolmenico, l’altra a filari, che attestano l’uso del sito nella fase arcaica del periodo nuragico, XVI-XIV sec. a.C.

Da visitare anche la chiesa di Santa Maria Angiargia, fuori dal paese, vicino al pozzo sacro Su Angiu e alle antiche terme romane.

Cosa vedere a Collinas

Il Museo del Territorio “Sa Corona Arrubia” che si trova tra le colline e i tavolati basaltici di Collinas e Lunamatrona, ricoperti dai licheni rossi che hanno dato il nome alla località.

Il Museo nasce per iniziativa dei Comuni del territorio riunitisi per presentare un’offerta globale delle risorse culturali e turistiche.

In diverse sezioni tematiche l’esposizione presenta gli aspetti botanici, faunistici, geologici e antropici del territorio.

Moderni strumenti di didattica museale, rappresentano tridimensionalmente spaccati del territorio, il bosco, gli altopiani delle giare, gli ambienti in cui l’uomo interagisce con la natura, coinvolgendo i visitatori nelle attività didattiche.

I percorsi didattici esterni, tracciati nel grande parco geobotanico, mostrano le coltivazioni delle diverse specie vegetali di tutta l’area mediterranea dalle quali si estraggono i profumi e le essenze esposte nei laboratori.

L’ascesa in seggiovia consente di scoprire il territorio da una visuale diversa e di accedere al Parco dei Monumenti Megalitici nell’altopiano della giara di Siddi.

Assolutamente imperdibile, infine, è la parte del museo dedicata ai “giocos antigas” (giochi antichi): una collezione di circa duecento giocattoli tradizionali della Sardegna, realizzati a mano, parte di un laboratorio didattico in cui animatori professionisti raccontano aneddoti in lingua sarda, insegnano a costruire i giocattoli in modo divertente e descrivono valori e ruoli nella vita quotidiana del passato.

Foto copertina di Gianni Careddu , link foto

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