Pabillonis, paese delle pentole “Pingiadas”
Pabillonis (40 m slm) si adagia alla confluenza di Flumini Mannu e Flumini Bellu nel Campidano centro-settentrionale, in provincia di Sud-Sardegna. Il territorio pianeggiante, irriguo e argilloso ha caratterizzato la sua storia e la sua economia.
In origine l’abitato sorgeva in località San Lussorio, dove oggi affiorano i ruderi del villaggio distrutto dalle incursioni saracene e sorge una chiesetta degli anni Sessanta del XX secolo. L’abitato odierno, con circa 2400 abitanti, si sviluppa intorno alla chiesa in stile romanico di san Giovanni Battista, il più antico fra gli edifici di culto (XII secolo). Nel centro storico sono state ristrutturate e rese visitabili due tipiche abitazioni in terra cruda: la Casa Museo e la Casa Matta.
Pabillonis dista circa 60 km da Cagliari e dall’aeroporto di Elmas; e circa 35 km dalle spiagge della costa occidentale sarda.
l’origine del nome
Due sono le ipotesi sull’origine del nome, attestato fino dall’anno 1341 come De Pavilione. Secondo la prima, esso deriva dal latino Pabillo Onis, (Padiglione o Tenda militare) ed è alla base di parole in sardo come Papidzone, Papiggione e Babidzone, che indicano un riparo di legno destinato al pernottamento del bestiame da tiro. La seconda ipotesi, invece, fa derivare il nome dalla locuzione latina Villa vel praedium Papilionis, ossia tenuta o predio di Papilione, nome di un proprietario romano presente nella zona.
Città della Terra Cruda
Un tempo paludoso e malsano, il territorio fu bonificato a metà degli anni trenta del secolo scorso, ed è attualmente caratterizzato da un’economia legata alla tradizione agro-pastorale e artigianale. La lavorazione di cestini (Scateddus, Cibirus e Corbis) e di terre cotte (Tianus, Pingiadas, e Sciveddas) caratterizza in particolare l’artigianato locale. Pabillonis è anche noto come la “capitale dei fuochi d’artificio”, grazie ai suoi maestri pirotecnici (is arroderis)
Il paese, da secoli noto come “Bidda de is pingiadas” (paese delle pentole), è membro della Associazione Nazionale delle Città della Terra Cruda. La qualità dei prodotti è garantita dalla sapienza dei maestri ceramisti e dalla qualità delle materie prime disponibili nel territorio. Ai maestri pentolai e tegolai è inoltre dedicato il festival della pentola in ceramica “Pingiadas”, che si tiene tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Dal 2018, su proposta di Città della Terra Cruda, è stato anche avviato un progetto per riattivare la produzione delle pentole in terra cotta in chiave contemporanea e moderna.
una storia antica
Le prime testimonianze della presenza dell’uomo nel territorio di Pabillonis risalgono al Neolitico. I frequenti ritrovamenti di ossidiana lavorata suggeriscono infatti l’esistenza di numerosi villaggi presso le sorgenti d’acqua e i fiumi. La civiltà nuragica ha lasciato come testimonianza i nuraghi Surbiu (completamente distrutto), il Santu Sciori, Nuraxi Fenu e Domu’e Campu.
All’epoca romana risale invece un ponte romano chiamato Su ponti de sa baronessa. I ruderi dell’abitato originario si trovano ad un paio di chilometri dall’attuale ubicazione, nei pressi della chiesetta campestre di San Lussorio, vicino alle sponde del Flumini Mannu.
Parte del giudicato di Arborea durante il medioevo, il paese entrò a far parte del marchesato di Oristano dopo la caduta del giudicato nel 1420. Dal 1478, alla sua definitiva sconfitta, passò sotto il dominio aragonese. Nel 1584 i Mori saccheggiarono il villaggio che fu abbandonato dai pochi superstiti. Dopo varie vicissitudini il paese fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale. Nel 1934 si realizza la bonifica delle paludi attorno a Flumini Mannu. A inizio settembre 1943 le forze alleate bombardano severamente il campo di volo di Pabillonis, in Regione Foddi. Questo è l’ultimo atto di guerra in Sardegna, a distanza di poche ore dall’uscita ufficiale dell’Italia dal conflitto.
luoghi interessanti
Il territorio vanta importanti testimonianze della civiltà nuragica, come il Nuraghe di Santu Sciori e il Nuraxi Fenu, attualmente oggetto di studio e valorizzazione. Curiosa testimonianza di epoca romana è ponte che si trova a circa 8 km a nord dal paese chiamato Ponte de Sa Baronessa.
All’interno del paese, invece, si possono ammirare la Chiesa Parrocchiale Beata Vergine della Neve, risalente al XVI secolo, e l’antica Chiesa di San Giovanni Battista, del XIV secolo.
Oltre a visitare i siti storici e culturali, è possibile fare escursioni a piedi o in bicicletta nei dintorni, che offrono paesaggi naturali interessanti, come l’area del Monte Linas-Marganai e le cascate del Rio Linas.

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